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Ci
si sveglia che é ancora notte fonda, si fa una fugace colazione
e poi si va a preparare tutto il materiale per una battuta di pesca:
canne, esca, pastura, borse, ecc...
Di buona lena si raggiunge il molo e si prepara la postazione di pesca
quando i prima raggi del sole iniziano timidamente a fare capolino.
Tra una abboccata, una presa, qualche scambio di battute con i soliti
amici frequentatori del molo ed una slamata il tempo passa velocemente
e si fa presto il tempo di chiudere le canne e rassettare il materiale
da pesca. Il sole é giá alto e bisogna tornare a casa per
pulire il pescato e riporlo nel frigo (e perché no prepararsi un
bel pranzo a base di pesce, se poi é il frutto delle proprie
fatiche il gusto non ha prezzo).
D'estate le mattine di mio padre sono tutte uguali a se stesse, gesti
rituali che si ripetono come una liturgia immutabile. Tuttavia ogni
mattina é diversa dalla precedente: a volte le fatiche sono
ripagate da un pescato degno, altre volte non si vede una abboccata in
tutta la mattina. Ma la pesca non é solo una serie di gesti che
si ripetono o finalizzare con il pesce piú grande e grosso,
é come nei viaggi: il bello non sta nel raggiungere la meta ma
nel tragitto che ci sta in mezzo, nel viaggio stesso.
Ecco che vi racconto un pó di mio padre attraverso una delle sue
tante mattine passata al molo praticare la sua passione: la pesca
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